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Raffaele Giacobbe: la leggenda del giaguaro viola

2021-03-30 14:16

Angela Galluccio

CALCIO, STORIE DI SPORT,

Raffaele Giacobbe: la leggenda del giaguaro viola

Quando si pensa ai grandi portieri del calcio calabrese è doveroso menzionare Raffaele Giacobbe, ex portiere della Gioiese e “numero 1” indiscusso che

Quando si pensa ai grandi portieri del calcio calabrese è doveroso menzionare Raffaele Giacobbe, ex portiere della Gioiese e “numero 1” indiscusso che ha fatto sognare una cittadina intera con le sue prodezze. Il calcio di una volta era molto diverso da quello di oggi e i calciatori dovevano adattarsi a terreni di gioco non sempre in ottime condizioni. Nonostante ciò, non c’era tiro che Giacobbe, non a caso detto il Giaguaro, non provasse a respingere o a parare.

 

“Prima di parlare della mia carriera voglio dire che il calcio dilettantistico che si giocava una volta è differente da quello di oggi. È cambiato sia sotto l’aspetto tattico che tecnico, ai miei tempi si giocava uomo a uomo con il libero distaccato dietro i difensori. A livello tecnico oggi è più facile stoppare il pallone e sbagliare meno passaggi perché adesso i campi di gioco sono tutti in sintetico o in erba naturale, mentre ai miei tempi erano tutti in terra battuta e quando pioveva si formavano pozzanghere ed era difficile controllare il pallone”.

 

La passione per il calcio lo portò inizialmente a ricoprire quasi ogni ruolo, ma, quando iniziò la sua esperienza nel settore giovanile delle Juve Gioia, a quella squadra mancava un portiere. Il presidente e l’allenatore si accorsero delle grandi doti e qualità di Giacobbe e non ci pensarono due volte ad offrirgli quel ruolo. La sua carriera proseguì poi nell’Amatore Calcio di Gioia Tauro fino a quando non fu creata un’unica realtà calcistica nata dall’unione tra le due squadre cittadine. Nel 1971-72 iniziò una nuova avventura per Giacobbe nella rinnovata Associazione Calcio Gioiese, un’esperienza che durò ben 10 anni in cui non solo fu affiancato da compagni di squadra eccezionali, ma ebbe anche la fortuna di essere allenato da due grandi mister.

“Nel periodo in cui sono stato protagonista nella Gioiese la dirigenza era composta da diversi imprenditori, persone alle quali sono stato sempre legato e a cui bastava semplicemente una stretta di mano per accordarsi. Sotto l’aspetto tecnico ho conosciuto alcuni allenatori importanti. Tra di loro ricordo con affetto il mister Scoglio e il mister Mercuri che mi ha regalato il soprannome “Giaguaro” utilizzato tutt’oggi dalle persone per chiamarmi”.

 

Nell’annata 1971-72 la vittoria in Promozione garantì ai viola l’accesso alla Serie D e militando in Quarta Serie il Giaguaro collezionò tante soddisfazioni, tra cui i successi contro i rivali del Messina. All’epoca la squadra siciliana e quella pianigiana si contendevano la vittoria con pochi punti di distacco l’una dall’altra. La gara d’andata si giocò in Sicilia e quando si dice che i portieri sono disposti a tutto pur di difendere la propria porta Giacobbe ne è la prova.

“Una partita giocata nel mitico Celeste di Messina alla presenza di 10000 spettatori, tra cui anche moltissimi tifosi viola. Vincemmo 1-0 con rete di Spanò, nonostante fossimo in inferiorità numerica (due giocatori espulsi) ed io giocai gran parte della gara con il setto nasale fratturato. Dopo quella prestazione ho avuto un grandissimo riconoscimento personale da parte dei tifosi gioiesi, premiandomi con una targa che ancora oggi conservo tra i miei ricordi più belli”.

 

Al ritorno migliaia di tifosi viola accompagnarono la squadra in un match in cui la Gioiese si impose sul Messina per 3-1 tra le mura di casa. Il Giaguaro, oltre a conservare bei ricordi legati a tante vittorie, può vantare anche più di una soddisfazione personale.

“Le parate che ho fatto sono state ovviamente tante, ma quella che più mi è rimasta impressa è stata contro il Modica, in Serie D. In quell’occasione un cross in area venne intercettato dall’attaccante avversario che colpì di testa indirizzando il pallone verso il secondo palo, mentre io ero fermo al primo. Non ho esitato, mi sono fiondato sull’altro lato della porta e sono riuscito a togliere quel pallone proprio all’incrocio”.

 

Il Giaguaro, che in passato si è ispirato ad un grande portiere come Dino Zoff, oggi continua la sua esperienza nel calcio come preparatore dei portieri.

“Da più di trent’anni sono responsabile dei giovani portieri nelle varie rappresentative regionali nel C.R. Calabria. È una grandissima soddisfazione aver contribuito ad arrivare primi ed essere diventati campioni d’Italia nella categoria giovanissimi che si è svolta in Abruzzo. Per un portiere è fondamentale avere un buon fisico, non deve mancare il coraggio soprattutto nelle mischie e possedere un ottimo senso della posizione. Inoltre, è quello a cui solitamente si addossa la colpa di ogni goal subito, dunque chi vuole giocare in questo ruolo deve disporre di un’ottima personalità e ad ogni rete subita deve reagire”.

 

Giacobbe è stato un grande portiere e un’icona del calcio calabrese e gioiese. Le sue magie in porta gli hanno consentito di ritagliarsi un grande spazio nel cuore dei tifosi a cui dedica ogni suo successo.

“Sono contento di tutto quello che ho fatto per il calcio calabrese. Tutto questo è stato ripagato ricevendo ancora oggi stima e affetto da molte persone con le quali è rimasta una bellissima amicizia. Un caloroso e affettuoso abbraccio ai sostenitori della Gioiese (a cui sono molto legato per avermi considerato uno di loro), li porto sempre nel mio cuore… per sempre FORZA GIOIESE! -IL GIAGUARO”.

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