Fiorentina, Roma e Sampdoria… sono state le uniche squadre italiane che, escludendo le tre grandi per antonomasia… Inter, Juventus e Milan, sono riuscite nell’impresa di raggiungere la finale della coppa più ambita… Giunte, però, a un passo dal trionfo il loro splendido e inarrestabile cammino si interruppe proprio sul più bello con Real Madrid, Liverpool e Barcellona a frapporsi tra loro e il trionfo.
Il 30 maggio 1957 la finale si giocò al Santiago Bernabeu di Madrid e i blancos, reduci dal primo trionfo continentale nella Coppa dei Campioni che avrebbe preso il via l’anno prima, batterono la Fiorentina di Fulvio Bernardini, che nel penultimo atto del torneo aveva eliminato la Stella Rossa, 2-0 con un calcio di rigore di Di Stefano e una rete di Gento che, presentatosi davanti a Sarti, chiuse i giochi in favore dei madrileni. Il 30 maggio 1984 fu, invece, la Roma di Niels Liedholm a dover dire addio ai sogni di gloria davanti al pubblico di casa. I tempi regolamentari si chiusero sull’1-1, con Pruzzo che riprese gli inglesi andati in vantaggio con Neal, ma a essere fatali per i giallorossi furono i calci di rigore con il portiere dei reds Bruce Globbelaar che, improvvisando uno show (si mise, infatti, a ciondolare davanti alla porta), irretì Conti e Graziani a tal punto da far sbagliare loro due tiri dal dischetto rivelatisi decisivi. Era, invece, il 20 maggio 1992 quando a Wembley il Barcellona, che stranamente non aveva ancora vinto la Coppa dei Campioni, con una staffilata di Koeman, al minuto 112 del secondo tempo supplementare, interruppe il sogno della Sampdoria di Vujadin Boskov.
Sono trascorsi ventotto anni da quel maggio del 1992, chissà se la splendida Atalanta ammirata contro il Valencia, messo sotto nella gara d’andata degli ottavi di finale dell’odierna Champions League 4-1, potrà mai arrivare fino in fondo e, perché no, osare dove, tra le squadre italiane, solo le tre grandi hanno trionfato. Forse sarà impossibile che la dea possa riuscirci, aver fatto quel che ha già fatto è più che un sogno, ma continuare a sognare non costa nulla… ci penserà, poi, lo sport per eccellenza a trasformare quel sogno in realtà… e non sarebbe la prima volta che accade… Il 7 maggio 1986, nella coppa da tutti ambita, ci riuscì lo Steaua Bucarest che, grazie al suo insuperabile numero uno Ducadam, la cui porta rimase incredibilmente inviolata dopo i calci di rigore (ne avrebbe, infatti, parato quattro su quattro…), battendo 2-0 il Barcellona, il cui faro, Schuster, venne letteralmente spento da un magistrale Belodedici, trionfò trasformando quello che era solo un sogno in realtà.

