La Saint Michel ha di recente arricchito la propria storia di un altro importante successo aggiudicandosi anche la Coppa della Regione Calabria dopo la vittoria in Prima Categoria. Una squadra da record che ha mantenuto inalterata l’imbattibilità in campionato fino all’ultima giornata. Alla guida del gruppo c’è Domenico Mammoliti che nel tempo si è distinto non solo per i traguardi raggiunti in campo, ma anche per il suo contributo nel rendere il calcio un veicolo di valori umani e sportivi. L’approdo in Promozione ha avuto per il tecnico un sapore speciale:
È una grande soddisfazione e ci tenevo molto dopo aver trionfato con la Saint Michel sia in terza che in seconda categoria. Ritornare alla vittoria ha un significato particolare anche perché per due anni avevo lasciato il calcio a causa di problemi familiari. Lo sport fa grandi cose e quest’anno i ragazzi mi hanno aiutato ad uscire da un periodo particolare. Non è mai facile vincere, dietro a tutto questo c’è un grandissimo lavoro da parte della squadra, della società, dello staff tecnico e di tutto l’entourage.
La Saint Michel è stata fondata nel 2015 dalla volontà di Don Gaudioso Mercuri di creare un ponte tra lo sport e la fede attraverso il calcio. L’aspetto educativo e quello spirituale si fondono per favorire un miglioramento nella vita dei giovani e per portare avanti, al tempo stesso, il rispetto delle regole e dell’integrazione sociale insieme alla lotta contro il razzismo. Il 10 maggio il presidente e la squadra si sono recati in Vaticano per incontrare Papa Francesco a cui è stata consegnata la maglia celebrativa della vittoria in campionato:
È stato un momento molto speciale. Il progetto Saint Michel è nato come un connubio tra la fede e lo sport che sono accumunati da uno stesso intento sebbene viaggino su due binari diversi. Si pratica calcio ma in modo differente, ovvero senza perdere di vista quei valori cristiani che bisogna saper dimostrare anche attraverso lo sport. Tra questi ci sono il fair play, il rispetto degli altri, di sé stessi e delle regole che determinano, poi, la società. La Saint Michel si è anche aggiudicata la Coppa Disciplina e associare questo traguardo a tutti gli altri successi non è facile, credo sia uno dei pochi casi negli ultimi anni.
A proposito del calcio come veicolo di messaggi e valori importanti, mister Mammoliti ha contribuito a scrivere una tra le più belle pagine sportive calabresi. Nel 2013 infatti ha ricoperto il ruolo di allenatore per la Koa Bosco, una squadra fondata da Don Roberto Meduri e composta esclusivamente da immigrati africani sbarcati in Calabria da Paesi diversi. Durante il giorno lavoravano come braccianti, mentre nei weekend mettevano da parte le difficoltà della vita grazie al pallone. La nobiltà e l’unicità di quel progetto suscitò l’interesse di testate nazionali e internazionali, oltre a quello di figure sportive dal calibro di Antonio Conte, Pavel Nedved e Fiona May:
Senza togliere niente a nessuno quella è stata l’esperienza più bella della mia vita. Prendere dei ragazzi che abitavano nelle tendopoli, formare una squadra e vincere insieme a loro è stata una gioia immensa. Si può dire che siano stati loro a lasciare qualcosa a noi e non il contrario. La sera all’allenamento e durante le partite trovavi dei ragazzi che non avevano nulla, lontani dalle famiglie e alla ricerca di un futuro migliore. Vederli sorridere e gioire è stato emozionante perché realizzi che in un campo da calcio tutti acquistano pari dignità indipendentemente dallo status sociale. Poi, si è deciso di fare un secondo passo fondando la Saint Michel in una sorta di evoluzione e prolungamento del progetto primario della Koa Bosco. Io sono contro ogni forma di razzismo e credo che per poter vincerlo sia importante sensibilizzare le persone alla conoscenza e all’integrazione.
Nel suo passato da allenatore spicca anche la parentesi a Gioia Tauro quando era alla guida della panchina viola:
I ricordi che ho della Gioiese sono bellissimi. Insieme abbiamo raggiunto miracolosamente la salvezza per due volte in un periodo in cui la squadra e la società erano in grosse difficoltà. Nel mio primo anno ricordo di aver guidato il gruppo a partire dal girone di ritorno, dopo che nella fase iniziale avevano conquistato appena dieci punti. In seguito, ci siamo guadagnati la salvezza passando per i play out contro il Rosarno. Il secondo anno siamo migliorati e abbiamo conquistato la permanenza diretta in Promozione nell’ultima giornata di campionato contro il Brancaleone. Ovviamente la Gioiese rappresenta i colori di una città e la Saint Michel, pur essendo una squadra di Gioia Tauro, ha intenzione di emergere e farsi rappresentare più come progetto sociale che come cultura calcistica di un paese. Le due realtà possono coesistere e aiutarsi tra di loro.
Lo scorso 28 maggio la Saint Michel ha ottenuto la vittoria in Supercoppa. Il quadrangolare, disputato a Catanzaro, ha visto i bianco-oro confrontarsi con le altre vincenti dei rispettivi gironi di Prima Categoria: Trebisacce, San Nicola da Crissa e Mesoraca. Il triplete della Saint Michel si aggiunge a quello della Gioiese scrivendo, così, un importante pezzo di storia nel calcio dilettantistico italiano:
Questo storico trofeo rappresenta la ciliegina sulla torta per noi e per tutto il calcio gioiese che ha centrato il triplete con due squadre della stessa città. Ci tenevamo a portare la coppa nel reggino dopo ben otto anni di assenza e per me è una grande gioia. Alleno da sette anni e ho conquistato quattro campionati, una Coppa Calabria e adesso anche la Supercoppa, oltre alle due salvezze con la Gioiese. Essere riusciti a realizzare il triplete è qualcosa di unico.
Nel futuro di Mammoliti c’è la Saint Michel e i bianco-oro sono già proiettati al prossimo campionato di Promozione. E' ufficiale infatti la conferma del tecnico da parte della società, che mette così fine a voci infondate sul cambio in panchina. L’ottimo lavoro svolto quest’anno dal reparto dirigenziale sarà replicato con l’aggiunta di importanti tasselli. È recente l’ingresso in società di Antonio Greco in qualità di match analyst, una figura che andrà ad arricchire il gruppo negli aspetti più moderni del calcio:
Adesso organizzeremo al meglio la prossima stagione. Il nostro ds Ciccio Ascone si dovrà mettere in moto per allestire una rosa competitiva. Entreranno nuove figure nello staff tra cui Max Romano che ho fortemente voluto perché è stato un grande giocatore ed è soprattutto un grande uomo. Grazie alla sua lunga carriera potrà darci un grosso contributo anche a livello tecnico. D’altronde io non sono stato calciatore prima di diventare allenatore e sicuramente è stato più difficile per me. Nonostante questo, ho voluto partire dalla categoria più bassa per poter crescere seguendo un criterio di meritocrazia. Ho vinto in terza, seconda e prima categoria, ora spero e mi auguro di poter aggiungere a questi anche la Promozione.