Milano 27 maggio 1965 stadio San Siro. L’Inter di Helenio Herrera campione d’Europa e del mondo in carica, con 90.000 spettatori circa a far da cornice a una serata caratterizzata dalla pioggia battente, affronta il Benfica del rumeno Elek Schwartz nella finale della Coppa dei Campioni scendendo in campo con: Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Peiró, Suarez, Corso; lusitani che rispondono con: Costa Pereira, Cavem, Cruz, Germano, Raul, Neto, Coluna, Augusto, Torres, Eusebio, Simoes. La partita, la cui direzione arbitrale è affidata allo svizzero Gottfried Dienst, è condizionata dal terreno di gioco inzuppato dalla pioggia ed è proprio la pioggia a deciderla in favore dell’Inter allo scoccare del minuto 42 quando Jair, ricevendo un pallone costruito sull’asse Corso Mazzola, batte Costa Pereira che si lascia sfuggire il pallone reso viscido dalla pioggia. Chiuso il primo tempo sul parziale di 1-0 (con due buone occasioni per parte sventate dai portieri e qualche altra spentasi oltre i legni) la ripresa rafforza la superiorità dell’Inter che va vicina al raddoppio in almeno altre due occasioni con Jair che calcia fuori a porta praticamente vuota e con Mazzola che centra un clamoroso palo a Costa Pereira ormai battuto. Esattamente a un anno esatto dal trionfo in terra viennese contro il Real Madrid arriva così il secondo e ultimo sigillo europeo di una squadra che l’anno venturo, dopo aver fatto sua la seconda Coppa Intercontinentale chiudendo il memorabile ciclo di successi con lo Scudetto della Stella (la prima), passerà alla storia con l’appellativo di Grande Inter.