Nuova protesta di una società nei confronti della classe arbitrale. Pubblichiamo integralmente il comunicato pervenutoci dal San Ferdinando 1822:
La misura è colma. Questa Società, matricola del campionato di Seconda Categoria Girone “E” del Comitato di Gioia Tauro, è stanca di dover subire gli ennesimi torti arbitrali.
In data 28/10/2023, alla seconda giornata di campionato, a seguito di un episodio increscioso e, assolutamente da condannare, questa compagine calcistica, ha subito silenziosamente la scure del Giudice Sportivo, accettando, ma non giustificando tanta severità, con la perdita a tavolino della partita e la squalifica di un nostro tesserato, per 4 anni.
Fermo restando che questa Società condanna ogni tipo di violenza fisica e morale verso chiunque, giocatori, arbitro, tifosi, senza se e senza ma.
Ma se il prezzo da pagare deve continuare all’infinito, allora diciamo BASTA!!
La nostra giovane Società è nata, dopo anni di assenza, per ridare lustro alla nostra cittadina, per dare libero sfogo, divertendosi, ai tanti ragazzi del luogo, con la nascita anche di una scuola calcio dai 5 ai 12 anni, per dare seguito a una lunga tradizione calcistica, che parte dagli anni 70 ed ha cresciuto e fatto uomini, grandi atleti.
Abbiamo accettato, dopo aver discusso civilmente con i dirigenti della sezione arbitrale di Reggio Calabria, nella riunione tenutesi a Gioia Tauro a Novembre 2023, il fatto che la Lega non ha molti arbitri in organico e quelli che ci sono, sono dei ragazzini alle prime armi, va bene tutto…… ma non possiamo ancora oggi, ogni domenica, subire la mediocrità di questa classe arbitrale, la supponenza, l’arroganza, di chi pensa di umiliare il nostro lavoro, la nostra serietà, la nostra passione.
Ogni domenica, vengono gli osservatori ad accompagnare e visionare il lavoro degli arbitri, quindi, per onestà si pretende, che costoro segnalino gli errori dei ragazzi e, soprattutto, che non si verifichino più, ma, puntualmente si ripetono e qualche volta si moltiplicano. I tutor sanno bene come ci comportiamo con la classe arbitrale, con gli avversari ecc…
Perché allora questo accanimento?
Meritiamo più rispetto! Se le partite finiscono al 90° , è solo perché, la nostra Società, i nostri ragazzi, lo staff tecnico, unitamente agli avversari di turno, hanno un atteggiamento pacifico, sereno, civile e fanno di tutto per evitare che succeda quello che non dovrebbe succedere mai nei campi di calcio.
Ma tutto questo quanto può durare?
Cosa dobbiamo aspettare prima di cambiare qualcosa, prima dell’irreparabile?
Riteniamo che questo grido di giustizia, valga un po' per tutte le squadre, le quali hanno, chi più chi meno, motivi di lamentarsi ogni domenica di qualche torto subito.
È vero, anche noi, a volte ci mettiamo del nostro, chi ha giocato a calcio sa bene a cosa ci riferiamo, ma COSI’ COME STANNO ANDANDO LE COSE NON E’ POSSIBILE CONTINUARE, anche perché tutto ha un prezzo, anche salato, per le casse di una società che si regge sulla passione e di tasca propria.
Allora se bisogna pagare per avere un servizio, questo non può essere approssimativo, e, richiede almeno un minimo di competenza e serietà, e soprattutto di collaborazione.
Pertanto se la Lega Arbitri intende mandare allo sbaraglio questi giovanotti, ce lo dica chiaramente, poi questa Società farà le sue valutazioni, una cosa è certa, per il bene degli arbitri stessi, sarebbe bene che cominciassero dai settori giovanili, non dobbiamo dirlo noi, purtroppo, ci dovrebbe esser qualcun altro a farlo, perché NOI non siamo più disposti a subire questi arbitraggi, a subire in silenzio, a tollerare chi riesce a inasprire una partita calma, a chi riesce a far si che, i calciatori si possano far male, non fischiando i dovuti falli, ecc. ecc., incattivendo tutte le partite con il loro atteggiamento.
Vogliamo sperare che l’accanimento verso questa Società sia giunta al termine, che non vi siano ulteriori strascichi, che il risultato di una partita sia decisa dalla bravura o meno dei contendenti e non da fattori esterni.
Non chiediamo che non ci siano più “errori” sappiamo bene che è impossibile, si può E SI DEVE accettare l’errore, ma non la “MALAFEDE”.