Bagicalupo, Ballarin, Martelli, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola. Fu questo l’ultimo undici del Grande Torino sceso in campo in terra portoghese il 3 maggio 1949 (tre giorni dopo aver bloccato sullo 0-0 l’unica squadra ancora in lotta per il tricolore, l’Inter) per affrontare in amichevole il Benfica. Finì 4-3 per i lusitani e a realizzare quella che sarebbe stata l’ultima rete di quei formidabili ragazzi in maglia granata fu Romeo Menti su calcio di rigore. Nato a Vicenza il 5 settembre 1919 inizia a giocare giovanissimo col Vicenza assieme ai fratelli Mario e Umberto (tra gli anni ’50 e gli anni ’60 ci giocherà anche il nipote Luigi); approdato poi alla Fiorentina (in tre stagioni in maglia viola conquisterà la promozione in Serie A e una Coppa Italia) nel 1941 si trasferisce al Torino vincendo (la stagione seguente) Scudetto e Coppa Italia. Tra il 1944 e il 1945 farà tappa a Milano (sponda rossonera), a Castellammare di Stabia (con le vespe vincerà il campionato campano lasciandosi dietro Salernitana e Napoli) e nuovamente a Firenze. Ritornato a vestire i colori granata (nel 1947 arriverà a vestire anche quelli della nazionale italiana) metterà insieme altri 4 Scudetti. L’ultimo (quello del 1948-49) segnato dalla tragedia di Superga del 4 maggio 1949 che se lo porterà via per sempre assieme (eccezion fatta per Gandolfi e Tomà che non partirono per Lisbona) a quel Grande Torino.