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Palmese, la prima perla firmata Aristoteles sa già di poesia

2024-09-16 18:32

Francesco Lacquaniti

CALCIO, Eccellenza, calcio, palmese, Soriano, Ecellenza, Romero Aristoteles,

Palmese, la prima perla firmata Aristoteles sa già di poesia

La sua corsa verso il patron Sergi dopo la rete ha fatto venire i brividi ai presenti

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“E poi c’è la poesia del bel calcio giocato su un campo di periferia ben lontano dai riflettori in una autunnale (ma dal retrogusto invernale…) domenica settembrina vissuto al fianco della squadra della tua città uscita vittoriosa grazie a una perla firmata Aristoteles…”. Volendo dare un tocco di quel sano romanticismo ormai perduto alla partita giocata al Giuseppe Lopresti tra Palmese e Soriano, è questo il modo migliore per etichettarla. Un modo intriso di quel calcio d’un tempo (un vecchio campo sportivo animato dalla vera passione dei presenti che han sfidato vento, pioggia e freddo …) che alla fin fine rappresenta l’essenza del football. Quel football nato nella lontana Sheffield in un tempo oggi perduto che riesce ancora a ritagliarsi belle pagine da mettere in prima pagina anche se chi ne ha scritto la trama (ed è qui la grandezza) è per lo più sconosciuto alle grandi platee tranne uno; Aristoteles (che di cognome fa Romero) venuto dal lontanissimo Venezuela che, dopo aver giocato finanche nella nazionale del suo paese (la Vinotinto), ha deciso di riprendersi quel calcio (parte integrante del gioioso popolo sudamericano) ripartendo con sacrificio e umiltà da un campionato regionale con sulle spalle quel numero 8 che vale tanto. Un numero 8 (pur non essendoci all’epoca la numerazione, virtualmente vestito negli anni che diedero il là alla più grande Palmese di sempre dal talentuoso ex Roma Eugenio Bonacciosi) che quando ha spedito in fondo al sacco il cuoio che ne avrebbe decretato la vittoria, con lui a correre come un forsennato percorrendo tutto il campo a festeggiare la preziosissima rete, ha fatto sobbalzare i presenti entusiasti nel vedere la loro Palmese in vantaggio e nel vedere la maestria con la quale tratta quel pallone che non smetterà mai di rotolare con quel fare poetico di chi sa solo dargli del tu.