
Ci siamo, nel giro di venti giorni sapremo chi avrà la meglio nell’accesissima sfida per la promozione diretta in Serie C. Reggina o Siracusa? Arrembante inseguitrice o longeva capolista? Tutti aspettano l’epilogo e, comunque vada, sarà emozione pura considerando anche e soprattutto che le due squadre si presentano a tre giornate dalla fine con un solo punto a dividerle. Armi pari dunque? Non proprio.
QUEL PUNTICINO Tutto può succedere, ogni risultato è possibile, eppure - nella bilancia del duello - quella classifica pesa tantissimo, a maggior ragione che adesso le possibilità di sorpasso sono tre e nulla più. Il Siracusa quel punto di vantaggio se lo tiene stretto, avendo così il destino in mano. I siciliani non dovranno preoccuparsi di ciò che farà la Reggina, gli basterà vincere i propri incontri e il gioco è fatto. Ecco che il punto può valere doppio anche sul piano mentale. Le armi, così, non sembrano pari.
SPERANZA VIVA Va bene lo scontro diretto perso proprio quando contava di più, va bene un girone d’andata con una serie di punti gettati alle ortiche troppo facilmente, ma la Reggina ci può e ci deve credere. “La forza della banda per forza viene fuori”, cantava Ligabue e in effetti la forza di Barillà e compagni è già venuta fuori. Dopo la sconfitta con il Siracusa, si è vinto sempre e comunque. Perché fermarsi proprio ora? Anche se potrebbe non bastare, almeno non si avranno rimpianti. Troppe le 8 vittorie consecutive per non considerare gli amaranto alla pari del Siracusa, troppi i 15 successi nelle ultime 17 gare per non mettere gli amaranto lì in piena corsa, fianco a fianco ai siciliani e forse anche un gradino più su.
CALENDARIO A CONFRONTO E le armi sono state analizzate. Il vantaggio di punti da una parte, la forza del banda (il buon vecchio Liga aiuta sempre) dall’altra. Adesso, però, serve pesare il valore degli avversari ed è anche qui che il totale equilibrio, apparentemente, non regge. La Reggina affronterà giovedì il Locri in trasferta, mentre in contemporanea il Siracusa ospiterà il Paternò. Domenica 27 aprile – alla penultima giornata – amaranto in casa contro il Castrumfavara e siciliani ancora davanti al pubblico amico con la Vibonese. Il tutto si chiuderà il 4 maggio, con entrambe le formazioni in trasferta. Reggina contro la Sancataldese e Siracusa contro l’Igea Virtus. A conti fatti, la squadra di Trocini se la vedrà con tre squadre di bassa classifica, tutte impegnate a non soccombere nella zona rossa di playout e retrocessione. L’attuale capolista, invece, affronterà compagini di alta e media classifica, seppur con obiettivi già più definiti e vicini al raggiungimento rispetto ai rivali degli amaranto. Il campo dice che ogni avversario, soprattutto in questa Serie D, può mettere le corazzate a dura prova. Sulla carta, però, dalla Reggina ci si aspettano nove punti su nove, vista la differenza di valori oggettivamente non ignorabile. Scontato nel calcio non c’è comunque niente e giocare contro squadre che lottano per non retrocedere è sempre un pericolo a fine campionato.
TANTE DOMANDE, UNA RISPOSTA Ma quindi il vantaggio è della Reggina o del Siracusa? Che sia il punto in più a fare la differenza? O che il calendario possa giocare il ruolo chiave? Forse, nessuna delle due. Forse - e qui le certezze sono maggiori - a vincere sarà la squadra che avrà dato qualcosa in più dell’altra, la squadra che non avrà mollato mai nemmeno di un centimetro. Che bella sfida che attende il girone I di Serie D. Meravigliosa per gli spettatori neutrali, al cardiopalma per i tifosi di Reggina e Siracusa. Che vinca il migliore, equilibrio o non equilibrio.