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L'Italia vince ma non convince, adesso è tempo di futuro

2025-06-10 09:44

Paolo Messina

CALCIO, calcio, Nazionale Italiana, Moldova, Italia,

L'Italia vince ma non convince, adesso è tempo di futuro

Claudio Ranieri si scalda per essere letteralmente il salvatore della patria

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Il calcio è un gioco semplice. Serve velocità e saper attaccare lo spazio. Il calcio si complica quando non si mettono in pratica le cose semplici. Quando si cammina invece di correre, quando si rimane bloccati tra le marcature avversarie senza far nulla per liberarsi, quando in difesa si sta a guardare l'agire altrui. In tutte queste situazioni facili da leggere si concentra tutta la difficoltà del pallone, che dipende sempre dall'atteggiamento e dalle prestazioni psico fisiche. Dentro a tutto ciò, in senso strettamente negativo, c'è un'Italia incapace di fare l'Italia contro una Nazionale di evidente livello inferiore.

 

RISULTATO BUGIARDO Gli azzurri hanno vinto ed era il minimo sindacale. Poi, però c'è molto altro. Ci sono i pericoli creati dalla Moldova, alla quale viene annullato un gol e diverse volte si affaccia con decisione in avanti sia nei calci d'angolo che sfruttando la staticità della difesa azzurra. Va ricordato che gli avversari dei nostri ragazzi sono di categoria decisamente inferiore. Con tutto il rispetto per gli ospiti, l'Italia ha giocato contro una squadra di Serie C (la Lega C è proprio la divisione conquistata dalla Moldova in Nations League), con calciatori impegnati in categorie ben inferiori rispetto alla caratura internazionale dei nostri. Ecco che diventa impossibile accettare l'immobilismo azzurro, un pallone che rotola troppo lentamente e la staticità di calciatori incapaci di alcun movimento degno di nota senza palla. Contro una difesa chiusa, rintanata nella propria trequarti, serve occupare con densità l'area di rigore o giocare nello stretto in velocità e sfruttando le imbucate nello spazio. Ovvero, tutto ciò che l'Italia non attua se non in un frangente, quello del gol di Raspadori al 40' dove la manovra ha un'inaspettsta accelerata e l'area di rigore si riempie di maglie azzurre. Arriva così il tiro secco e preciso di Giacomino, barlume di speranza in una notte interlocutoria.

 

LA MOSSA CHE FUNZIONA A METÀ È una notizia a giudicare dai tanti errori commessi nella sua gestione. Il guizzo giusto Spalletti lo assesta tra primo e secondo tempo, quando sceglie di mandare in campo quell'Orsolini tutto grinta e rapidità. L'ala del Bologna fa subito la differenza per il gol di Cambiaso ad inizio ripresa (50'). Il doppio vantaggio dovrebbe portare alla definitiva scossa, alla scintilla che accende la luce. Invece di aumentare con costanza la velocità di gioco, la produzione offensiva e di conseguenza anche i gol che tanto servirebbero per la differenza reti, la Nazionale italiana torna nuovamente sui ritmi bassi che sanno di malinconia a vedere le quattro stelle sul petto e di occasione sprecata a guardare gli avversari che potrebbero essere colpiti da una goealada e invece - seppur in sporadiche occasioni - si affacciano in avanti. Con delusione e silenzio la partita si trascina stancamente alla fine senza altri sussulti.

 

PARADOSSO SPALLETTIANO Il clima era surreale a Reggio Emilia e lo si sapeva da diverse ore prima. Fin dall'assurda conferenza stampa pre gara di Spalletti, uomo solo ad annunciare il suo esonero. Tempi e modi scelti dai dirigenti federali sono apparsi fuori luogo e senza nessun tipo di qualsivoglia logica calcistica. Sarebbe stato meglio rimandare ogni discussione all'indomai della Moldova e mettere la questione ct in secondo piano. Assistere ad una partita con un selezionatore già sicuro di andare via è un teatro dell'assurdo che una Nazionale del calibro storico dell'Italia poteva evitare. Non è un attenuante, ma è allo stesso tempo innegabile che il tutto abbia generato un clima interlocutorio da dover impattare per i giocatori in campo. Non era affatto facile per i ragazzi azzurri convivere con quel paradosso di un ct già esonerato e sotto questo punto di vista poteva andare peggio.

 

ORA FUTURO L'ultima partita di Spalletti da c.t. è storia e poteva essere gestita meglio. Detto questo, l'Italia non ha tempo di guardarsi alle spalle nemmeno per un istante. Bisogna costruire la strada verso il Mondiale 2026 che già qualche buca, se non voragine, ha formato. Claudio Ranieri si scalda per essere letteralmente il salvatore della patria. La corsa al primo posto resta difficile e non aiuta la vittoria per 0-1 della Norvegia in casa dell'Estonia. Risultato striminzito, che - se fosse rimasto sul pareggio - avrebbe cancellato parzialmente la clamorosa sconfitta azzurra a Oslo. Comunque sia, Donnarumma e compagni non si possono permettere passi falsi, avendo l'obiettivo di fare "semplicemente" l'Italia, perché solo così si tornerà ad una normalità che manca ormai da troppi anni.

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