La Reggina è in serie positiva da ben 17 partite in campionato, un ruolino di marcia netto e marcato, capace di ridare entusiasmo e speranza ad un popolo che in testa ha solo l’obiettivo di tirarsi fuori dalla Serie D quanto prima per ritornare a respirare aria di professionismo. Appare chiaro come gli amaranto stiano vivendo una crescita esponenziale, fatta sì di numeri e risultati ma soprattutto di prestazioni e mentalità. Due circostanze che non passano inosservato e hanno un uomo come principale artefice di così tanto miglioramento: Bruno Trocini.
Risultati alla mano - L’allenatore cosentino aveva già fatto una piccola grande impresa l’anno scorso in un momento in cui la delusione di non aver subito conquistato la promozione, l’ha fatta passare in secondo piano non mettendola appieno in risalto. Riuscire ad arrivare fino alla finale playoff – poi persa d’accordo – con i presupposti di un’estate contraddistinta dal fallimento e dal domino che ne è conseguito, ha rappresentato una prova di forza e capacità non indifferente. Eppure si era deciso di cambiare allenatore e ripartire. Il ritorno di Trocini in panchina dal novembre scorso ha dato una scossa prima e una dimensione diversa poi all’intera squadra. In mezzo una gestione Pergolizzi che comunque aveva il suo potenziale ma che purtroppo si è dovuta concludere anzitempo per gravi problemi familiari del tecnico palermitano. Nessuno può dire come sarebbe andata, ma il dato di fatto è che adesso con Trocini la squadra viaggia ad un ritmo impetuoso. Dal 17 novembre, giorno del ritorno in panchina, sono state giocate 10 partite in campionato con 7 vittorie, 3 pareggi e nessuna sconfitta. I numeri parlano chiaro, ma restano comunque superficiali.
Tattica che funziona - I meriti di Trocini nell’attuale ottimo momento della Reggina sono ben visibili ogni qual volta gli amaranto scendono in campo. Il miglioramento dal punto di vista tattico è stato graduale, di partita in partita, fino ad arrivare alle ultime ottime prestazioni. Il 4-3-3 ha rappresentato il vestito cucito su misura per le caratteristiche della rosa. I passi successivi sono stati lo sviluppo del gioco rapido per andare sulle fasce, circostanza ben assimilata e attuata da Barillà e compagni. A quel punto a non convincere appieno era l’occupazione dello spazio in area di rigore. Andava fatta maggiore densità e puntualmente il tecnico cosentino ha provveduto a sviluppare il costante ingresso in area dell’esterno di fascia opposta e di almeno una mezzala, così da supportare l’attaccante centrale e aumentare la pericolosità in zona interessante. Ecco che si spiega il gioco fluido ed efficace, diretta conseguenza di più gol e occasioni create. Altro passo in avanti l’aggressione sui portatori di palla, la pressione alta e un baricentro tendente verso la trequarti avversaria con personalità e senza paura di scoprirsi troppo. Un lavoro tattico partito da lontano, lungimirante e andando per gradi, puntando su concetti semplici ma non per questo facili da mettere in pratica. Il frutto è una Reggina che abbina bel gioco a concretezza.
Mentalità granitica – Il calcio come la vita sono una questione di testa, prima che altro. Le gambe funzionano bene se è la mente a lavorare bene. Concetto chiave su cui batte tanto Trocini con i suoi ragazzi. Del resto la forza del gruppo amaranto è ben visibile. Tutti uniti, a ragionare come una cosa sola e con un’unione d’intenti votata al raggiungimento del risultato collettivo. Una corsa in più per aiutare il compagno, la forza di continuare ad attaccare e la difesa a denti stretti. La Reggina ha tutto per considerarsi un ottimo gruppo. L’indicatore più importante è legato al saper leggere ogni situazione e adattarsi per avere la meglio. Del resto nelle ultime partite, gli amaranto hanno vinto in diversi modi: contro il Ragusa c’è stato da soffrire e si è accettato con vigore e abnegazione; in altre uscite ci si poteva accontentare della supremazia tecnica e di gioco e invece si è continuato ad attaccare dilagando nel risultato vedi S. Agata e Igea Virtus, ma anche Castrum Favara; altre volte si è badato al sodo come la Sancataldese e altre non si è mai smesso di credere alla rimonta come contro il Locri. Anche nell’unico pareggio di quest’ultimo periodo, ne è uscita fuori una Reggina ancor più motivata. La beffa per l’1-1 con rigore sbagliato in casa della Scafatese poteva limitare in molti, ma il tutto si è trasformato in energia positiva. Un’energia che si porta dietro mister Trocini e che sta facendo la differenza dalle parti di Reggio Calabria.