
Amaro, amarissimo il boccone da digerire per tutto il popolo amaranto. Ti trovi al ristorante, ti hanno appena portato un piatto che già mangi con gli occhi di quanto appare buono e succulento ma poi, all’assaggio, ti accorgi che il retrogusto non è dei migliori. Metafora culinaria a parte, oggi la Reggina deve fare i conti con una sconfitta che pesa come un macigno. L’1-2 maturato nella bolgia di un Granillo da Serie A (altro che D) ha spedito gli amaranto a meno sei punti dalla vetta. Una mazzata, un pugno in faccia degno del miglior Muhammad Alì.
Il Siracusa ha festeggiato il successo al Granillo come fosse la conquista della promozione. Un traguardo che certamente non è stato ancora conquistato ma che li vede decisamente e fortemente favoriti. Le giornate che ci separano dal termine del campionato sono undici con trentatré punti a disposizione. Eccola dov’è la speranza amaranto. La Reggina può credere nella rimonta perché la distanza dal traguardo è lontana quel tanto che basta da lasciare aperto uno spiraglio. É bene essere consapevoli che sempre di spiraglio si tratta, per l’appunto. Pensare che il Siracusa possa incappare in almeno tre passi falsi da qui al termine della Serie D non è utopia, ma è comunque ben lontana da un’ipotesi plausibile. Barillà e compagni dovranno concentrarsi su ciò che loro possono determinare, ovvero vincere tutte le partite da qui in avanti e quel che sarà sarà, con la consapevolezza che con l’organico al completo e con energie che durino alla stessa intensità per 90 minuti, tutto è possibile. La squadra è forte e competitiva, se i siciliani inciamperanno, i calabresi dovranno approfittarne, tutto nell’ottica di un’impresa non impossibile ma certamente ai limiti del realizzabile.
Imperativo non demoralizzarsi, nonostante tutto. Vero che il Siracusa ha vinto entrambi gli scontri diretti, vero che nella sfida del Granillo alla distanza è apparso superiore, vero che sei punti da recuperare più il confronto a sfavore appaiono una montagna così insormontabile che nemmeno la vetta si riesce a scorgere. Vero anche che la Reggina può contare su un gruppo di valore tecnico e ambientale, dunque testa alta e fiducia. Se sarà rimonta, si parlerà di impresa, se sarà secondo posto si proverà a vincere i playoff e sperare. Non una situazione idilliaca, certo, ma bisogna ripartire in fretta da ciò che di buono lo stadio di casa ha riservato agli amaranto nella giornata di ieri: entusiasmo e passione, sentimenti dilaganti di una piazza che tornerà dove merita grazie a chi non si arrende mai e con quella speranza nel cuore che dopo tutto, non è finita finché non è finita.