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Addio a Eugenio Bersellini “il sergente di ferro”

2017-09-18 00:00

Francesco Lacquaniti

CALCIO, STORIE DI SPORT,

Il calcio italiano, domenica 17 settembre 2017, ha salutato per sempre Eugenio Bersellini. Nato nel parmense, esattamente a Borgo Val di Taro, il 10 g

Il calcio italiano, domenica 17 settembre 2017, ha salutato per sempre Eugenio Bersellini. Nato nel parmense, esattamente a Borgo Val di Taro, il 10 giugno 1936, si guadagnò ben presto la fama di “sergente di ferro” per i metodi di allenamento particolarmente rigorosi e rispettosi delle regole.

Dopo una discreta carriera da calciatore come centrocampista che, tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta, lo portò a vestire le casacche di: Fidenza, Brescia, Monza, Pro Patria e Lecce, fu proprio con i salentini che iniziò la sua avventura in panchina proseguita guidando: Como, Cesena e Sampdoria.

Conclusosi il biennio con i blucerchiati, segnato dalla retrocessione nella serie cadetta, arrivò la chiamata di Ivanoe Fraizzoli che gli permise di guidare l’Inter per cinque stagioni, dal 1977-78 al 1981-82, conquistando, grazie alla verve creativa di Evaristo Beccalossi e alla vena realizzativa di Alessandro Altobelli, il dodicesimo tricolore al termine della stagione 1979-80, con la COPPA ITALIA, vinta due volte, che andò ad arricchire ulteriormente il palmares della compagine meneghina.

Terminato il felice e vincente quinquennio milanese sedette sulla panchina del Torino, per due stagioni, ritornando alla Sampdoria di Vialli e Mancini con la quale, nel 1984-85, vinse la COPPA ITALIA superando nella doppia finale il Milan di Nils Liedholm.

Nel 1986-87 approdò alla Fiorentina per poi guidare: Avellino, Ascoli, Como, Modena, Bologna, Pisa e Saronno arrivando a sedere anche sulla panchina della nazionale libica sul finire degli anni novanta. In terra libica vi rimase fino ai primissimi anni del nuovo secolo approdando prima all’Al Ahly e poi all’Al Ittihad con la quale, nel 2002, vinse il massimo campionato libico.

Nel 2006, alla soglia dei settant’anni, venne chiamato a guidare la Lavagnese in SERIE D, subentrando a Rino Lavezzini, centrando con i liguri un’insperata salvezza. L’anno seguente, infine, ricoprì l’incarico di direttore sportivo del Sestri Levante militante in SERIE D.

Al termine della sua avventura nella “città dei due mari” Eugenio Bersellini, che sarà per sempre ricordato come uno dei più grandi maestri di calcio, abbandonò, dopo oltre mezzo secolo, le scene calcistiche che lo videro collezionare 490 panchine nella massima serie italiana.