I vari campionati sono giunti ai titoli di coda, ed è tempo di verdetti e bilanci. In questo articolo faremo una panoramica sui campionati di Eccellenza, Promozione e Prima Categoria, che vedono ogni anno protagoniste le formazioni della nostra provincia. Partiamo con la premessa che il nostro intento è quello di analizzare in maniera oggettiva, stimolando gli addetti ai lavori a far sempre meglio da qui in futuro. Siamo ben consapevoli di quanto sia difficile fare calcio a livello dilettantistico, dove gli introiti sono pochi in proporzione ai costi a cui far fronte. Per fortuna, ci sono uomini che con passione e amore cercano di gestire al meglio le loro società, facendo sacrifici per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Senza andare troppo lontano, concentriamoci sulle ultime stagioni: nei suddetti campionati notiamo una certa supremazia delle formazioni sia della ionica che della tirrenica rispetto a quelle reggine. I motivi possono essere molteplici, partendo dalle strutture, passando dalle condizioni economiche e finendo alle competenze dei dirigenti. E’ necessario fare un’analisi ampia e ben approfondita per avere una spiegazione a tutto ciò. Sicuramente la pandemia ha lasciato degli strascichi non indifferenti, ma a Reggio Calabria i campanelli d’allarme (forse leggermente sottovalutati) c’erano già da prima. Il campo dice chiaramente che in provincia si sta facendo meglio, a differenza di Reggio Calabria. Il capoluogo di Provincia, non riesce più ad essere con le sue formazioni né vincente e né competitivo. A parte qualche eccezione quest’anno in Promozione, dove San Giorgio e Archi hanno ben figurato, il resto è stato davvero deludente. Troppo poco per un movimento e un territorio di 180.000 abitanti che avrebbe le risorse per fare decisamente meglio. Il problema delle strutture affligge gran parte della provincia reggina non solo la città di Reggio Calabria, soprattutto a causa di una politica locale poco attenta e presente, molto abile però ad esternare sterili proclami. Sul piano economico le difficoltà sono generali, ma c’è chi riesce comunque ad investire. C’è chi riesce in maniera oculata e lungimirante, altri facendo il passo più lungo della gamba o altri ancora a costo zero. A prescindere dalla propria forza economica, quello che alla fine fa la differenza sono sempre le competenze. Uno dei problemi più accentuati nel calcio attuale è la troppa improvvisazione nei vari ruoli societari, ancor più nel mondo dilettantistico. I migliori risultati, vengono raggiunti da quelle formazioni che alle spalle vantano società forti e molto solide. Possiamo prendere vari esempi sia sulla ionica che sulla Piana, basti vedere Locri, Ardore, Gioiese, Gioiosa, Palmese, Brancaleone, Saint Michel, artefici di risultati straordinari che partono da molto lontano. Senza dimenticare San Luca e Cittanova, che in questi anni si sono fatti onore in Serie D.
A Reggio Calabria mancano trionfi importanti dai tempi della vecchia Hinterreggio, perciò è giunto il momento di dare una svolta immediata che possa consentire di tornare ad essere competitivi e vincenti. Urge rinnovamento e cambio di strategia, perché la città di Reggio Calabria ha l’obbligo di riportare almeno una società nel semi professionismo. Vedremo se tutto ciò avverrà nel lungo o nel breve periodo. Il calcio è ciclico, lo si sa, forse non è ancora il momento delle formazioni reggine ma è fondamentale creare i presupposti affinché riaccada. La speranza è rappresentata dai giovani, vera certezza per Gallico Catona, Reggiomediterranea, Bocale, tutte società che hanno sempre ben lavorato nella crescita e valorizzazione dei propri ragazzi. Il nostro augurio è che le formazioni reggine tornino a far bene come molte compagini della provincia. Ne trarrebbe giovamento tutto il nostro movimento calcistico che non deve smettere di crescere, puntando su figure credibili e competenti, in grado di condurre le proprie società al raggiungimento di mete sempre più elevate.