Una vita passata sui campi di calcio prima da giocatore e poi da allenatore di squadre di diverse categorie. Da un paio d'anni segue con molta cura e passione i giovani che vorrebbero diventare calciatori. Stiamo parlando di Pasquale Rotondo, lo scorso anno nella scuola calcio Crazy Lions di Gioia Tauro e l'anno prima nelle giovanili della Reggina. Da quest'anno è uno dei tecnici delle giovanili della Pro Pellaro e a lui abbiamo chiesto i motivi che lo hanno portato in questa nuova società.
"Dopo tutti questi anni calcistici avendo girovagato per gran parte della Regione, sono giunto alla conclusione che forse era il momento di tornare a casa. Naturalmente sono stati degli anni che mi hanno dato la possibilità di conoscere persone e ragazzi (giocatori), con i quali abbiamo instaurato dei grandi rapporti sia professionali che interpersonali. Come dico spesso "il calcio è lo specchio della vita". Il mio ritorno a casa? In questo preciso periodo la famiglia ha la priorità ed ho dovuto prendere questa decisione (a malincuore) lasciando un ambiente "familiare", com'è quello della società Crazy Lions di Gioia Tauro", dice Rotondo.
Quali difficoltà si incontrano ad allenare i ragazzi in giovane età?
Se non si è preparati e non avendo un grosso bagaglio di esperienza, sicuramente le difficoltà sono innumerevoli. La coordinazione, la postura, la tecnica della corsa per poi passare a tutti quei gesti tecnici che sono il bagaglio della vita calcistica di ogni ragazzo. Ecco perché in tutti questi anni ho cercato di ampliare le mie conoscenze, con dei corsi di formazione, in società italiane e non. E’ superfluo dire che ci vuole programmazione, attenzione ma soprattutto molta pazienza.
A volte i genitori seguono troppo da vicino i propri figli, pensando di avere il campione di turno. Come vedi questa problematica?
Questo rapporto è molto importante. In tutti questi anni ho cercato con il genitore, quella fiducia che mi portasse ad avere un rapporto a tre (tecnico, genitore, giocatore), molto equilibrato in campo ma soprattutto fuori (vedi scuola vita sociale). Il genitore a mio avviso è un anello di congiunzione tra il tecnico e il ragazzo, in poche parole il rapporto tecnico/genitore e tecnico/giocatore lo definisco come due linee parallele che pur se sono vicine e vogliono raggiungere obiettivi comuni, non si devono incontrare mai!
Cosa consigli ad uno dei tuoi allievi per intraprendere al meglio una eventuale carriera di calciatore?
Personalmente in tutti questi anni di vita calcistica da allenatore ho avuto la fortuna di vedere (ancora oggi a calcare campi da calcio della massima serie A), alcuni ragazzi oggi uomini che ho avuto il piacere di allenare agli inizi del loro percorso calcistico. Ma uno dei miei consigli che ad oggi do ai miei ragazzi e quello in primis dell'istruzione, in quanto non per demoralizzarli, ma la percentuale che un ragazzo possa intraprendere la carriera calcistica sono basse. Detto questo io cerco di dare sempre il massimo di me stesso in tutto, affinché si possa realizzare il sogno di ogni ragazzo, quello di diventare un calciatore, nello sport più bello che io abbia conosciuto e praticato.