Giornata in chiaroscuro per l’Italia calcistica quella del 6 settembre 2024 visto che, al bel successo degli azzurri in terra transalpina (successo che mancava da ben 70 anni), fa da contraltare la scomparsa di Gaetano Salvemini; uno di quegli allenatori che (eccezion fatta per la parentesi col Genoa) pur non avendo mai guidato grandi squadre ha scritto la storia di tante belle e piccole realtà della provincia italiana.
Di ruolo attaccante (giocò a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 iniziando col Mestrina e passando anche dall’Inter), la sua prima esperienza in panca fu con l’Empoli in Serie C1. Poi (sempre in Serie C1) Reggina, S.P.A.L., Casertana, Ternana e di nuovo Empoli in Serie B che a metà degli anni ’80 lo porterà per la prima volta nella sua storia in Serie A centrando l’anno venturo il 13° posto (l’esordio col botto, con Osio che manderà al tappeto l’Inter, e l’1-0 inferto alla Fiorentina, con lo svedese Ekstrom a firmare il successo, saranno le vittorie più prestigiose) anche se, confermato alla guida dei toscani, la terza stagione ne segnerà il ritorno tra i cadetti. Trasferitosi al Bari riconquisterà la Serie A vincendo anche la Mitropa Cup. Primo ma non ultimo trofeo internazionale vinto visto che nel giugno del 1996 (dopo le esperienze con Cesena e Palermo) a Wembley, battendo col Genoa il Port Vale, vincerà la Coppa Anglo-Italiana.
L’ultima panchina (dopo aver guidato: Lucchese, nuovamente Genoa e Cremonese) sarà quella col Monza in Serie B che guiderà dal gennaio al giugno 2001 subentrando a Roberto Antonelli senza però riuscire a evitare la retrocessione in Serie C1 dei brianzoli.